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Qualche tempo fa avevo parlato di 10 lampade iconiche da conoscere (qui il video), ma com’è immaginabile di lampade di design famose ce ne sono moltissime altre!

Quindi oggi te ne vorrei presentare altre 7

1 – LAMPADA FALKLAND

Ideata da Bruno Munari nel 1964 per la ditta Danese Milano, prodotta da Artemide.

Nota anche come “lampada calza” nasce come lampada a sospensione prende forma dalla tensione di un tubo di maglia elastica e dal peso di 7 cilindri di forma diversa.

Ha una sola lampadina con un riflettore in alluminio.

Per creare questa lampada Munari ha preso spunto dalle lampade di carta giapponesi, migliorandola naturalmente.

A differenza di quelle di carta, la maglia elastica si rovina meno facilmente, non ingiallisce e soprattutto è lavabile!

Piccola curiosità la maglia elastica è un vero e proprio collant! Infatti Munari stesso raccontò che un giorno andò in una fabbrica di calze per vedere se gli potevano fare una lampada; questi gli risposero che non favevano lampade e lui disse “vedrete che le farete!”

Questa lampada ora esiste in tre dimensioni diverse a sospensione 165, 85 e 53 cm di altezza.

E esiste anche come lampada da terra con altezza 195cm.

È esposta al MoMa di New York nel dipartimento Architecture and Design

(credits: Artemide)

2 – LAMPADA PIPISTRELLO

Disegnata dall’architetta italiana Gae Aulenti nel 1965 e prodotta da Martinelli luce.

È una lampada regolabile in altezza ed esiste sia come lampada da tavolo che lampada da terra.

Il diffusore, in metacrilato è ottenuto con tecniche di stampaggio che allora risultarono davvero innovative.

La base conica si sviluppa verso l’alto allargandosi nelle nervature del diffusore proprio come lo spiegarsi delle ali di pipistrello.

Il telescopio è in acciaio, la base e il pomello sono in metallo verniciato, oggi disponibile in 7 colori.

Con questa lampada Gae Aulenti ritorna alle forme naturali e organiche, dall’anima un po’ Liberty allontanandosi dalle forme rigide e razionali del periodo.

(credits: Martinelli luce)

3 – LAMPADA BOURGIE

È una lampada relativamente nuova, è stata disegnata nel 2004 da Ferruccio Laviani per Kartell.

È una lampada dalle forme barocche, ma fatta con materiale decisamente moderno, il policarbonato.

Questo mix classico – moderno fa si che questa lampada piaccia a persone di generazioni anche distanti tra loro!

Esiste in tre versioni che cambiano a seconda della altezza del paralume, rendendo questa lampada molto versatile, adatta sia come lampada da terra che come lampada da tavolo.

La versione forse più nota è quella trasparente ma ormai la si trova in diverse colorazioni!

Curiosità: l’idea di creare questa lampada venne al suo ideatore, ascoltando una canzone!

Questa canzone è “Bourgie, bourgie” (da cui la lampada prende il nome) dei Gladys Knight & the Pips famosa negli anni 70.

Nella canzone veniva presa in giro la borghesia di allora definita musona, ambiziosa e sprezzante!

Ecco quindi che Laviani decise di reinterpretare con ironia le forme classiche e formali, intoccabili fino ad allora.

(credits: Kartel)

4 – CABOCHE

Disegnato da Patrizia Urquola e Eliana Gerotto nel 2005 per il brand Foscarini.

Le due designer si rifanno ad un braccialetto in bachelite degli anni Trenta creando una serie di lampade formata da sfere in materiale plastico il polimetilmetalcrilato, vetro soffiato, metallo cromato e alluminio.

Anche il nome delle lampade si rifà alla gioiellieria, caboche, infatti, è un termine tecnico che indica uno dei tagli (quello più noto) per diamanti e pietre preziose.

Esiste in più modelli: a sospensione, come lampada da tavolo e da terra e come applique.

Tutti questi modelli sono disponibili in diverse dimensioni e in due versioni: trasparente e giallo oro.

La lampada a sospensione è adatta come sia come luce ambiente che puntuale, infatti emana luce diretta sia verso l’alto che verso il basso, ma allo stesso tempo la proietta in maniera diffusa attraverso un vetro bianco satinato; le sue sfere poi creano un magico mosaico sui muri!

(credits: Foscarini)

5 – TOLOMEO

Progettata da Michele de Lucchi e Giancarlo Fassina nel 1986 per il marchio Artemide.

I due designer vogliono innovare la classica lampada da tavolo a pantografo confrontandosi con due altre icone del periodo: la lampada Anglepoise e la Nasca Loris (da quest’ultima prende ispirazione la Pixar per il suo logo)

I progettisti cambiano il modo in cui si può bilanciare la lampada e fermarla nella posizione desiderata sostituendo le molle in acciaio con cavi d’acciaio e giunti che li mantengono in tensione; inoltre per la struttura utilizzano l’alluminio.

Questi due cambiamenti fondamentali rendono la lampada molto leggera, eliminando la necessità di ulteriori tipi di trattamento, riducendo, quindi anche i costi di produzione!

Tolomeo lamp da scrivania ha vinto il premio Compasso d’oro ADI nel 1989 ed è la lampada più venduta di sempre: icona di arredo hi-tech sobrio ed elegante.

Piccola curiosità: in una intervista, realizzata in occasione del trentesimo anniversario del progetto, De Lucchi racconta un curioso aneddoto: “Tolomeo, all’epoca non si chiamava ancora così, perché il nome è stato deciso la notte prima che venisse presentata al Salone del Mobile.
Ernesto (Gismondi, n.d.r.) faceva ogni anno una lista di nomi, e Tolomeo ci sembrava il personaggio più adatto a rappresentare la lampada, perché era un astronomo, un matematico, insomma era quello più adatto all’idea di una mentalità scientifica.”

Nei suoi trent’anni di vita Tolomeo diventa anche lampada da terra, da parete e a sospensione, riuscendo ad adattarsi alle nuove tecnologie, come il passaggio al LED, mantenendo la sua essenza!

(credits: Artemide)

6 – FORTUNY

Progettata da Mariano Fortuny y Madrazo nel 1907 ora prodotta da Pallucco.

L’idea parte dalla necessità di avere luce indiretta e diffusa in un ambiente scenografico.

L’artista studiò approfonditamente il discorso illuminazione soprattutto quella da palcoscenico dove capì che il corretto utilizzo di stoffe poteva creare luce morbida e diffusa.

I raggi della luce non sono proiettati direttamente sul soggetto, ma riflettono sull’ombrello, restituendo un fascio luminoso più morbido.

Le sue conoscenze poi in ambito fotografico lo portarono ad utilizzare la struttura a tre piedi come sostegno del paralume ombrelliforme.

Il paralume, inoltre è orientabile, questo permette di usare la luce secondo le proprie esigenze.

Questa lampada esiste in tre versioni: Century, Moda e Ornaments, ognuna con caratteristiche diverse per aspetti cromatici e dimensionali.

(credits: Pallucco)

7 – TETATET

Ideata da Davide Groppi nel 2013 per l’omonimo marchio.

È una lampada LED portatile e ricaricabile, piccola e discreta, con base magnetica.

Arriva dopo l’esperienza di Groppi nel campo della ristorazione soddisfando la voglia di vedere la luce come uno degli ingredienti usati in cucina.

Le sue dimensioni ridotte permettono di metterne una ad ogni tavolo.

Il progettista la considera il suo miglior progetto, e probabilmente è un pensiero condiviso visto che ha ricevuto la Menzione d’Onore XXIV Compasso d’Oro ADI nel 2016.

Piccola curiosità è utilizzata per la mise en place di molti ristoranti stellati, su tutti quello di Carlo Cracco a Milano!

(credits: Davide Groppi)

Spero che questo articolo ti sia stato utile e ti sia piaciuto, nel caso fammelo sapere nei commenti!

Sentiti libero/a di condividerlo con chiunque tu pensi possa essere interessato, ne sarò onorata e mi aiuterà a farmi conoscere.

Se senti che la tua casa, o qualche ambiente di essa, non ti rispecchia abbastanza non aspettare oltre e prenota la tua consulenza!!!

Un mesetto fa ho parlato di 10 sedie iconiche che gli amanti del design non possono non conoscere, oggi, sempre in ambito “elementi di design” ti vorrei parlare di 10 lampade che hanno fatto la storia!

Se poi vuoi saperne di più sull’illuminazione in generale trovi due video in cui ne parlo in maniera generale e  dove racconto come scegliere le luci di casa.

LAMPADE DA TERRA

1 – ARCO LAMP

Progettata dai fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1962 per Flos.

I fratelli si inspirarono all’illuminazione stradale: la possiamo definire una versione interna di un lampione stradale!

(Credit Fratelli Castiglioni per Flos)

È costituita da un braccio a forma di arco fissato su un basamento rettangolare di marmo di Carrara; al braccio, telescopico e regolabile in acciaio, è attaccato il paralume a cupola in alluminio bianco, cromato internamente, che resta distante fino a due metri dalla base lasciando lo spazio per sedie e tavoli.

Il foro presente sul basamento è stato pensato per poterci infilare un bastone o un manico di scopa per potere spostare la lampada, calcolando che, senza basamento pesa comunque più di 45 kg!!!

Nella sua perfetta semplicità è un pezzo che può adattarsi ad ogni tipo di arredamento, in un ambiente rustico da un’impronta di carattere senza snaturare lo stile!

Fa parte delle collezioni permanenti del Triennale Design Museum di Milano e del MoMA di New York; è uno degli oggetti di design più ammirati nel dopoguerra e la si ritrova spessissimo in riviste, programmi televisivi e scenografie di film (come nel film di 007 “Una cascata di diamanti”!)

Curiosità: Si tratta inoltre del primo oggetto di disegno industriale a cui viene riconosciuto la tutela del diritto d’autore al pari di un’opera d’arte.

(Credit: madewithome.com; archisloci.com)

2 – PARENTESI

Idea abbozzata da Pio Manzù e poi reinterpretata da Achille Castiglioni per Flos nel 1970.

(Credit: Pio Manzù e Achille Castiglioni per Flos)

Manzù pensò ad un volume cilindrico che potesse scorrere verticalmente lungo un’asta arrestabile all’altezza desiderata da una vite (muore nel 1969 prima che la lampada fosse definita).

Castiglioni sostituì l’asta rigida con un cavo metallico ancorato a pavimento e soffitto e modificò il bloccaggio del cilindro con una deviazione del cavo che facesse da attrito.

Questo sistema è stato poi perfezionato con un tenditore e alleggerito facendo scomparire il cilindro.

La versione definitiva prevede che la lampada venga sospesa a soffitto mediante gancio ad espansione, coperto da copriforo metallico, cavo in acciaio tesato con contrappeso cilindrico in piombo rivestito in gomma.

Lungo il cavo in acciaio scorre un tubo a forma di parentesi che supporta un portalampada snodato, che permette di direzionare a piacere la luce!

La forma di parentesi non è casuale: mantiene l’attrito necessario per alzare o abbassare la lampada senza fatica, ma potendola anche fermare all’altezza voluta.

Vinse il Compasso d’Oro nel 1979 ed è tutt’ora esposta al museo del design della Triennale di Milano.

Per la sua semplicità e la pulizia delle sue forme è una lampada di design che si adatta perfettamente a qualunque stile!

Curiosità: il sistema, semplice e geniale, fu presentato al pubblico in una confezione con coperchio trasparente, stampata e sagomata in base alla linea della parentesi metallica e dotata di maniglie per un suo agevole trasporto.

(Credit: westwing.it; avenuelifestyle.com)

LAMPADE A PARETE

3 – LAMPADA 265

Progettata da Paolo Rizzatto nel 1973 per Arteluce, ora prodotta da Flos.

È una lampada basata su un sistema di bilanciamento: il braccio in acciaio orientabile di ben due metri al lato opposto del riflettore in acciaio ha un cono in ghisa.

Semplice e moderna dallo stile essenziale si adatta ad ogni ambiente!

È stata progettata per poter creare l’atmosfera giusta in ogni ambiente, genera, infatti una luce diffusa e calda.

Essendo orientabile la si può indirizzare dove ce n’è più bisogno, rendendo questa luce davvero dinamica!

(Credit: flos.com; medium.com)

4 – LUCELLINO

Progettata e prodotta da Ingo Maurer nel 1992, che un giorno vide una lampadina imprigionata come lampada ad un muro e decise di liberarla…

Di fatto è una lampadina con le ali sorretta da un semplicissimo filo di rame e un cavo elettrico rosso!

Le ali sono realizzate in piuma d’oca lavorate a mano.

Il nome “Lucellino” nasce dalla crasi delle parole “luce” e “uccellino”

Esistono anche le versioni da tavolo e da soffitto, con anche più di una lampadina alata!

(Credit: agofstore.com; moobilia.it)

LAMPADE A SOSPENSIONE

5 – PH ARTICHOKE

Progettata da Poul Henningsen nel 1958 per il ristorante Langelinie Pavillonen di Copenhagen, prodotta da Louis Poulsen.

Il nome che inizialmente il progettista diede alla lampada fu  Kogle,  che in danese significa “pigna”.
Sia il nome iniziale che quello definitivo denotano l’amore per la natura del designer!

È una lampada a sospensione formata da 72 foglie trapezoidali di rame che gli conferiscono una forma organica decisamente originale.

Queste foglie di rame sono attaccate a mano a 12 archi strutturali che sono posizionati intorno alla lampadina.

Queste strutture servono a amplificare la luce, ma anche a nasconderne la fonte per un confort visivo maggiore.

La lampada fa parte di molte collezioni pubbliche e private a livello internazionale, come per esempio al MoMA, al Vitra, e al V&A

(Credit: andtradition.com; louispoulsen.com)

6 – ZETTEL’Z

Progettata e prodotta da Ingo Maurer nel 1997

Al porta lampada centrale sono fissate delle astine metalliche a cui sono attaccati dei foglietti di carta giapponesi.

I foglietti sono 80: 31 prestampati e 49 bianchi personalizzabili con un disegno o un pensiero, facendo diventare questa lampada assolutamente unica, originale e creativa!

Si possono comprare anche i folgietti di ricambio… per una lampada sempre nuova!

Curiosità: esistono delle edizioni limitate come la “BangBoom” fatta con i fumetti di Thilo Rothacker oppure “Viva l’Italia” con poesie e immagini del Bel Paese.

(Credit: light11.it; agofstore.com)

LAMPADE DA TAVOLO

7 – ATOLLO

Progettata da Vico Magistretti nel 1977 per l’azienda Oluce.

La sua forma, immediatamente riconoscibile, è costituita da elementi perfettamente proporzionati: un cilindro, un cono e una semisfera appoggiata in un equilibrio quasi magico!

Pensata in due varianti, alluminio laccato e vetro opalino, entrambi materiali studiati e scelti dal designer per poter riprodurre e diffondere la luce in maniera morbida e accogliente.

Per entrambi questi materiali ci sono tre tipologie di grandezza.

Oggi è possibile avere il corpo in metallo e il diffusore in vetro di murano.

Vincitrice del premio Compasso d’Oro nel 1979 è entrata a fare parte delle collezioni permanenti dei più importanti musei.

(Credit: oluce.com; westwing.it)

8 – TACCIA

Progettata dai fratelli Castiglioni nel 1958 e prodotta da Flos nel 1962.

È una lampada da tavolo che, nella sua versione più grande può essere anche usata da terra!

Nasce dalla volontà dei 2 designers di realizzare una luce da tavolo, però con luce indiretta.

“Questa lampada è stata pensata in modo sbagliato” (cit. Castiglioni”): la lampada infatti era stata progettata con materie plastiche, che però con il calore del supporto del riflettore si deformava… si è quindi poi optato per il vetro, resistente alle alte temperature.

La lampada Taccia ricorda una colonna classica dell’antica Grecia di ordine dorico, dalle caratteristiche scanalature che permette ai progettisti di utilizzare materiali e tecniche di lavorazione molto semplici.

Il risultato è un oggetto elegante e bilanciato che si adatta a qualunque stile.

La campana di vetro trasparente riflette la luce della lampadina creando un’atmosfera sospesa e soffusa.

Taccia appare nella mostra del MoMa nel 1997 dedicata ad Achille Castiglioni,

(Credit: medium.com; flos.com)

9 – SNOOPY

Progettata dai fratelli Castiglioni nel 1967 per Flos.

È una lampada a luce diretta con riflettore in metallo verniciato e base in marmo bianco.

L’idea di base è quella di creare un oggetto divertente che si adattasse a tutte le esigneze e tutti gli ambienti.

La sua forma ricorda il musetto simpatico del cagnolino Snoopy creato dal fumettista Charles M. Schulz.

Il riflettore in metallo sembra un volume non equilibrato rispetto al supporto, in realtà è molto stabile grazie alla corretta distribuzione del peso della base compensato dalla spessa lastra in cristallo.

(Credit: Sinergreen srl; flos.com)

10 – ECLISSI

Progettata da Vico Magistretti nel 1965 per Artemide che la mette in produzione nel 1967 (anno in cui vince anche il Premio Compasso d’Oro).

Magistretti si rifà alla lanterna semi-cieca di Jean Valjean presente nel romanzo “I miserabili” di Victor Hugo, trasformandola in una lampada da lettura.

La potremmo definire una luce dimmerabile, perché grazie alla calotta interna che si muove si può modificare l’effetto della luce aumentandone o diminuendone la quantità.

Si può arrivare ad oscurare la lampadina, proprio come un eclissi di luna!

Eclisse è presente nella collezione permanente del MOMA di New York dal 1972.

(Credit: artemide.com)

 

Queste 10 tra le lampade di design più iconiche, ma, come dissi riguardo allepa sedie NON sono le uniche… anche qui, magari ci ritorneremo!

Qual è, tra queste presentate, la tua preferita? Ne hai qualcuna in casa tua? Fammelo sapere nei commenti!

Spero che questo articolo ti sia piaciuto, fammelo sapere, la tua opinione è importante per me!

Se poi vorrai condividere l’articolo con un appassionato di design, ne sarò onorata!

In caso tu voglia una consulenza per la tua casa non esitare a contattarmi!